Sardegna e Sicilia, marebonus e tariffa unica per aiutare l’autotrasporto

Diverse le misure discusse all’ultimo incontro al ministero dei trasporti. In Sicilia un Marebonus potenziato, in Sardegna una nuova Convenzione Stato-cabotaggio, o la proroga della vecchia.

In Sicilia, un Marebonus potenziato, in Sardegna un tempestivo intervento sulla Convenzione Stato-Tirrenia, in scadenza a luglio, che sia un nuovo bando o una proroga. Si basa su questi due assi la strategia del governo per aiutare le imprese dell’autotrasporto a sopperire il rincaro del cobotaggio merci intra-insulare. Venerdì scorso, a Roma, si è tenuto un incontro al ministero dei Trasporti con le associazioni di categoria del settore per intervenire sul caro tariffe dei traghetti degli ultimi anni, ultimamente dovuto alle nuove normative dell’International Maritime Organization sul tenore di zolfo del combustibile marittimo.

Marebonus e Convenzione Stato-cabotaggio
Il viceministro ai Trasporti, Giancarlo Cancelleri, ha sottolineato che il rincaro non colpisce solo le imprese di autotrasporto, che sono comunque la categoria più danneggiata, ma anche i costi della merce trasportata da e per la Sardegna. Sulla Sicilia il viceministro intende stanziare risorse che incrementi il “Marebonus”, l’incentivo per imbarcare i mezzi pesanti. Per quanto riguarda la Sardegna, esclusa da questa agevolazione, si cercherà di intervenire sulla convenzione per la continuità territoriale, in scadenza a luglio, per evitare di incorrere in infrazioni comunitarie per Aiuti di Stato. Qualora il ministero dei Trasporti non riesca ad emanare il bando in tempo a quel punto scatterebbe una proroga. A corollario di questi interventi, si aggiunge la proposta della Giunta regionale sarda di inserire nella Finanziaria regionale 2020 stanziamenti integrativi a quelli statali.

Secondo Franco Pinna, presidente regionale di CNA FITA, le tariffe per il trasporto merci verso le due principali isole italiane dovrebbe essere uguali per tutti, come una normale tariffa autostradale, visto che i collegamenti di cabotaggio sono l’unico modo per raggiungerle. Un costo uniforme indipendente dalla frequenza e dalla grandezza delle flotte che offrono i servizi. In questo modo, secondo il sindacato, si eviterebbe anche la polverizzazione dell’autotrasporto in piccoli autotrasportatori.

Inoltre, almeno verso Olbia e verso Cagliari dovrebbero esserci una linea ciascuna dedicata al solo trasporto merci, considerando che nel periodo estivo le vetture private hanno la priorità.

Secondo i calcoli di CNA FITA, tra il 2018 e il 2020 il rincaro dei noli marittimi è stato intorno al 60 per cento. Secondo il sindacato, gli inventivi al Marebonus siciliano e il bando/proroga della convenzione andrebbero riconosciuti direttamente agli autotrasportatori, «i tempi di pagamento dovrebbero essere celeri e si dovrebbero introdurre maggiori misure a garanzia della legalità e regolarità delle imprese», si legge in una nota di CNA FITA. 

Pinna ha ricordato che la Sardegna presenta i requisiti previsti per il riconoscimento tra le regioni “ultraperiferiche” per le quali, a norma del Trattato sul funzionamento dell’UE (art. 349), possono godere di provvedimenti specifici in deroga alle disposizioni del trattato.

A proposito dei costi, Confitarma si è impegnata a evitare ulteriori aumenti, GNV invece non li ha esclusi. Tutti gli armatori non hanno quindi ceduto su un ribasso degli aumenti già previsti e applicati dal primo gennaio agli utenti, quelli legati all’aumento della raffinazione del bunker, oggi con molto meno zolfo che in passato. Gli armatori pare che siano disposti a rinunciare al finanziamento aggiuntivo del Marebonus per ribaltarlo sugli autotrasportatori.

Comunque sia, sottolinea CNA FITA, «va scongiurato qualsiasi profitto ingiustificato a danno degli autotrasportatori. Non è sufficiente che gli armatori, su richiesta del MIT, abbiano dato la garanzia di non ricorrere ad ulteriori aumenti dei noli marittimi. Per contenere i costi, soprattutto quelli esterni, le imprese di navigazione debbono infatti promuovere investimenti in innovazione, compresi ad esempio quello di rottamare le navi più vecchie sostituendole con quelle alimentate da carburanti a zero emissioni, o dotarle di scrubber adeguati. Non è accettabile che il trasporto di merci su strada si faccia carico sia dei costi ambientali di propria pertinenza, sia di quelli che devono sostenere gli armatori: pertanto è stato richiesto che il governo faccia valere la sua autorità in materia».

Infine, UNATRAS, organo di rappresentanza unitaria di cui CNA FITA fa parte, chiede il ritorno alla pubblicazione integrale dei «valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di autotrasporto», con tutte le voci di costo, non solo del gasolio. Cancelleri ha dettp che la proposta di ripubblicazione è stata presentata dal ministero all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che la sta valutando, a breve verrà presentata alle Associazioni di categoria e poi dovrebbe essere pubblicata.