Marebonus, l’efficacia del sostegno pubblico per la conversione verso il trasporto via mare

L’Italia è da anni alle prese con l’esigenza di ridurre le esternalità negative – inquinamento, elevata incidentalità, congestione stradale, per citarne alcune – legate al trasporto delle merci su gomma senza compromettere l’efficienza della catena logistica. Dalla necessità di ottenere il decongestionamento della rete viaria nazionale e sviluppare un sistema di trasporto al tempo stesso efficace e sostenibile è nato il Marebonus. Successore di un precedente incentivo, l’Ecobonus, che nel periodo 2007-2010 ha contribuito a rilanciare il trasporto combinato strada-mare come solida alternativa al tutto strada, il Marebonus è stato inserito nella Legge di Stabilità 2016 su richiesta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e successivamente approvato dalla Commissione Europea.

L’incentivo, inizialmente previsto per il triennio 2016-2018, è stato di fatto implementato a partire dalla fine del 2017 con un programma biennale per il quale il MIT ha stanziato complessivamente 118 milioni di euro. Al fine di stimolare l’offerta di ulteriori servizi di Autostrade del Mare nonché di migliorare la qualità di quelli già esistenti, le imprese armatrici sono state invitate a presentare progetti per l’avvio o il potenziamento di linee regolari (non stagionali o periodiche) che collegassero porti italiani al resto della penisola o ad altri scali europei per il trasporto di sole merci rotabili (Ro-Ro) o di merci e passeggeri (Ro-Pax).

Il contributo erogato alle compagnie di navigazione alla fine di ogni anno di incentivazione è proporzionato alla reale utilità dei loro investimenti: infatti, l’ammontare riconosciuto agli armatori è calcolato sulla base delle unità di trasporto effettivamente imbarcate sulle rotte lanciate o migliorate, moltiplicate per i chilometri evitati sulla rete stradale nazionale.

Inoltre, per invogliare ulteriormente le imprese di autotrasporto a scegliere regolarmente l’intermodalità strada-mare anziché il tutto strada, è proprio a loro che viene ribaltata la maggior parte – almeno il 70% – del contributo corrisposto agli armatori; la quota riconosciuta ai clienti dei servizi marittimi è tanto più consistente quante più sono le unità imbarcate (e quindi sottratte alla strada) nell’arco dell’anno di incentivazione di riferimento.

Il Marebonus intende dunque premiare gli operatori della catena logistica secondo un criterio oggettivo e “meritocratico”, così da controbilanciare i possibili costi aggiuntivi derivanti dall’avvio e/o dal miglioramento dei servizi marittimi sia per chi li offre che per chi ne usufruisce. Inoltre, l’efficacia della misura è garantita anche oltre il periodo dell’incentivazione, poiché le compagnie marittime beneficiarie del contributo sono tenute a mantenere i miglioramenti qualitativi e quantitativi dei servizi offerti almeno per i tre anni successivi.

La gestione e il monitoraggio dell’implementazione del Marebonus sono affidate a RAM – Logistica, Infrastrutture e Trasporti Spa, società in house del MIT, che ha elaborato i dati relativi alla prima annualità dell’incentivo, per la quale sono stati messi a disposizione oltre 41 milioni di euro (almeno 31 milioni dei quali da ribaltare alle società di autotrasporto).

“Nei dodici mesi successivi al 13 dicembre 2017, anche grazie al Marebonus più di 800 imprese di autotrasporto hanno imbarcato oltre 1,2 milioni di unità rotabili, corrispondenti ad oltre 800 milioni di chilometri evitati dai mezzi pesanti su strada”, afferma Francesco Benevolo, Direttore Operativo di RAM.

Restringendo il campo di osservazione alla Sicilia, i numeri diventano ancora più significativi, come conferma lo stesso Benevolo: “Quattro dei cinque armatori beneficiari del Marebonus hanno avviato in tutto diciassette progetti di miglioramento di servizi esistenti e una nuova linea marittima, investendo complessivamente circa 75 milioni di euro – di cui oltre 25 milioni attribuibili al solo primo anno di incentivazione delle loro linee – per il potenziamento dei collegamenti da/per quattro dei principali scali dell’isola (Palermo, Catania, Messina, Termini Imerese). I miglioramenti previsti dai loro progetti hanno riguardato l’impatto ambientale delle linee, i servizi a bordo e a terra, i livelli di sicurezza, la capacità di stiva, i tempi e la frequenza dei servizi.

Nell’anno in questione, circa 580mila unità (il 48% del totale nazionale) provenienti da o dirette verso i quattro scali siciliani sono state trasportate via mare ed hanno evitato di percorrere ben 569 milioni di chilometri su strada (il 69% del totale risparmiato a livello nazionale)”.

Essendo i contributi erogati proprio in base ai chilometri sottratti alla percorrenza su strada, quelli generati dai servizi da e per la Sicilia costituiscono la stragrande maggioranza del totale: “quasi 29 milioni di euro (il 69% della cifra complessivamente stanziata). Di questi contributi, quasi 22 milioni sono destinati alle 350 società di autotrasporto beneficiarie del ribaltamento previsto dal Decreto Marebonus per le aziende che hanno usufruito dei collegamenti marittimi incentivati, imbarcando almeno 150 unità nell’anno considerato. Il valore medio del contributo pubblico erogato per ogni unità imbarcata da e per la Sicilia è di circa 50 euro, di cui circa 38 vengono ribaltati”, riferisce il Direttore Operativo di RAM. In pratica, grazie al Marebonus, ad ogni società di autotrasporto spettano mediamente 60mila euro per aver preferito il trasporto intermodale strada-mare al tutto strada.

I dati elaborati da RAM confermano dunque l’importanza e l’efficacia di schemi di sostegno pubblico che incentivano la conversione del trasporto su gomma verso quello via mare, premiando gli operatori della catena logistica che investono in ecosostenibilità. “Peraltro – conclude Benevolo – stiamo lavorando insieme ad altri Stati Membri dell’area mediterranea, Spagna in primis, per promuovere a livello europeo uno schema di incentivi all’intermodalità strada-mare che contribuisca a regime a sostenere chi utilizza le Autostrade del mare per il rilancio della sostenibilità ambientale dei trasporti”.

Proprio per territori come quello siciliano, che per natura necessitano più di altri del trasporto marittimo, strumenti come il Marebonus o l’eventuale nuovo incentivo europeo contribuiscono a garantire collegamenti sempre più numerosi ed efficienti al servizio delle imprese.